riparte la contrattazione in Trentino nel Comparto Scuola; il nuovo anno scolastico ha fatto riemergere in maniera preponderante le problematiche ormai storiche del sistema scolastico trentino e del suo contratto;
Queste ed altre ragioni, di cui buona parte sono negli argomenti all’ordine del giorno, le ragioni alla base delle assemblee provinciali programmate.Le assemblee si terranno online su piattaforma Facebook pagina di DELSA, in basso i link nelle rispettive locandine per collegamento e la partecipazione.
In base all’art. 16 CCPL 29.11.2004 come modificato dall’art. 3 CCPL 5.9.2008 e seguenti:
Al fine di fare chiarezza e fornire una corretta e certificata informazione sull’attività patrocinata da Delsa in Consiglio Provinciale, forniamo i dati precisi con gli allegati certificati forniti dagli uffici di segreteria del Consiglio Provinciale relativi alle votazioni sugli emendamenti. In allegato in fondo potrete trovare i testi originali degli emendamenti presentasti da Consigliere Claudio Cia (di Agire) nel Gruppo Misto.
Gli emendamenti sono stati votati in data 22/12/2017. Nei relativi documenti si possono verificare anche le singole votazioni. Quindi, per essere più chiari, chi ha votato a favore e chi a contrario. Come da richiesta si allegano i file delle quattro votazioni. Inoltre, è possibile visualizzare tutte le votazioni dei singoli emendamenti sul sito del Consiglio provinciale, facendo la ricerca del disegno di legge e entrando nell’area votazioni.
La presente nota, principalmente per dare corretta e completa informazione dell’attività politico sindacale che la ns organizzazione sta svolgendo, ma anche per smentire false informazioni divulgate nei giorni scorsi da un esponente politico al puro scopo di denigrare il nostro lavoro e del Consigliere che ci ha fornito fattiva e gradita disponibilità per i temi trattati.
Ci piace ricordare a questo signore che al di là della comprensibile competizione tra avversari, nel rispetto di posizioni diverse, rimane comunque un obbligo etico-morale prima ancora che giuridico di rispetto del lavoro altrui e delle persone in quanto tali. Un rispetto che deve essere espressione di una cultura democratica di civiltà ed onesto impegno sociale. Caratteristiche che dovrebbero essere connaturate alla personalità ed il carattere di chi pretende di svolgere ruoli di alto profilo sociale e politico. La menzogna e la mistificazione subdola non sono affatto espressioni di ciò, ma al contrario sono un manifesto segno di bassezza morale e miseria d’animo.
Attraverso la corretta e completa informazione, crediamo di svolgere utile servizio alle persone che in libero esercizio del proprio pensiero siano in grado di distinguere.
votazioni ddl. 223 art. 16 em. 3 votazioni ddl n. 223 art. 17 em. 201 votazioni ddl n. 223 art. 17 em. 200 votazioni ddl n. 223 art. 17 em. 188
Emendamento_SCUOLA Emendamento_insegnanti religione Emendamento_docenti di sostegno-doc
Un accordo che servirà come base per arrivare alla definizione del nuovo contratto dei docenti.
Oltre alle risorse necessarie a coprire gli aumenti salariali previsti, vengono stanziati ulteriori 4,8 milioni di risorse aggiuntive. “Un apprezzabile risultato – commenta Mauro Pericolo del sindacato DELSA confederato FGU Gilda- che ripaga, in parte, il lavoro e gli sforzi fatti dai docenti che hanno saputo garantire importanti risultati di sistema. Per quanto ci riguarda siamo soddisfatti per il ruolo di pungolo svolto dalla nostra organizzazione nella gestione del sistema scolastico. Continueremo ed esseri osservatori attenti ed implicabili sostenitori dei diritti della classe docente, in particolare di quelli meno garantiti. Non daremo tregua alle amministrazioni scolastiche tutte, comprese quelle sulle scuole professionali e le federate finché non si giungerà ad un riequilibrio di risorse e di diritti tra precari e docenti di ruolo, in un contesto di efficienza di sistema, ma di equità tra diverse posizioni- continua Pericolo. Il ns obiettivo è l’abbattimento del precariato come inaccettabile piaga sociale ed il riassetto dei diritti nel sistema scuola sia dal punto di vista dei lavoratori dì che degli studenti”.
Nella finanziaria in corso di approvazione molti di questi aspetti potrebbero avere dei significativi cambiamenti. Ricordiamo che saranno discussi anche gli emendamenti presentati dal consigliere Claudio Cia di Agire su ns indicazione
Nell’accordo siglato ieri si conviene che in fase di trattativa con l’A.P.Ra.N. che dovrà aprirsi entro il 20 gennaio 2018 si partirà dai seguenti obiettivi:
Trento 20 dic. 2017 DELSA SINDACATO AUTONOMO
Confederato FGU GILDA
Scetticismo e cautela assoluta rispetto a ciò che sembra profilarsi all’orizzonte scuola di qui a pochi mesi. A soli due giorni dall’incontro Rossi – Sindacati del 29 marzo sulla questione stabilizzazione e recepimento Buona scuola, sono questi i sentimenti prevalenti tra i docenti trentini che hanno preso parte a due gremite assemblee sindacali indette da Fgu Gilda- Delsa a Trento e Riva del Garda e che sono state presiedute dal Presidente di Delsa Mauro Pericolo.
Gli insegnanti sembrano non fidarsi delle aperture manifestate dall’amministrazione al tavolo del 29 marzo rispetto a stabilizzazione e recepimento “Buona Scuola” e temono qualche spiacevole sorpresa. La crescente preoccupazione è tangibile nelle loro stesse domande; molte, forse troppe, riguardavano i criteri di trasferimento dalla Provincia di Trento al resto di Italia segno che forse, tornare a guardare oltre i confini dell’ Autonomia non sia poi così male, visto che quest’ultima non ha saputo tutelare il proprio personale scolastico come invece si è fatto a pochi chilometri di distanza.
Di fatto, il peso delle scelte operate in ambito scolastico dalla vicina Bolzano si fa sentire e il malcontento tra i professori trentini cresce. Per quale motivo – si chiede Mauro Pericolo – due provincie autonome che dipendono dal medesimo statuto hanno di fatto potuto gestire la questione stabilizzazione in modo diametralmente opposto?
Da una parte Bolzano, che durante la predisposizione della legge 107 sulla “Buona Scuola” , ha pensato bene di intervenire subito, dialogando con il parlamento e con le commissioni legislative, per farsi delegare completamente la gestione del sistema scolastico, assumendosi così “oneri e onori” di gestire la necessaria fase transitoria sulle stabilizzazioni. Ecco che tutti i docenti bolzanini abilitati e con almeno 36 mesi di servizio prestati sulla provincia hanno visto aprirsi le porte delle graduatorie per il ruolo.
Dall’altra parte la Provincia di Trento, che pur godendo dei medesimi strumenti autonomistici di Bolzano, inizia supinamente ad avviare l’iter legislativo per il recepimento della 107, tra gli evidenti malumori dei docenti costretti a trascinare l’amministrazione nelle aule dei tribunali, increduli di fronte ad un inverosimile appiattimento sulle posizioni nazionali ( da parte di una giunta autonomista peraltro) e a provvedimenti addirittura peggiorativi rispetto al resto d’Italia ( basti pensare alla questione Iv fascia primaria e ai docenti Pas trentini ancora bloccati in terza fascia di istituto) .
“L’incostituzionalità – afferma Pericolo nel suo intervento – si può rilevare anche in una carenza normativa oltre che in un comportamento dell’amministrazione. Delsa, quindi, interverrà con tutele giudiziarie per gli abilitati e precari trentini qualora queste fossero necessarie: i ricorsi sono strumenti “chirurgici”: non si minacciano, si fanno e basta, quando servono e nel momento giusto”.
Ma l’apertura, o la presa di coscienza, almeno così vuole intenderla il sindacato Delsa, sembra essere arrivata. Una amministrazione nuova sembra essersi affacciata al tavolo della contrattazione lo scorso 29 marzo, con un atteggiamento più dialogante, a tratti disponibile, forse conscia della enorme “cappellata” commessa rispetto a Bolzano in termini di opportunità sfumata, forse rinsavita dopo lo scampato commissariamento dei suoi uffici scolastici.
“Sebbene talune sigle sindacali si siano subito affrettate a bollare l’incontro come – l’ennesimo balletto di parole -, non possiamo non rilevare come questa volta il Presidente un passo avanti lo abbia effettivamente fatto” commenta cauto Mauro Pericolo. “ L’assessore Rossi, si è presentato al tavolo stringendo tra le mani il progetto di modifica del Dpr 405 del 1988 norma di attuazione dello statuto, deciso a chiedere al Parlamento tale modifica al fine di poter avviare, sulla falsa riga di Bolzano, un piano che miri a tutelare e stabilizzare il personale trentino che da anni è impiegato nelle scuole”.
Sul “come” ci sarà molto da discutere ( concorsi “light”? procedure interne riservate? Accesso di diritto per chi ha già tutti i requisiti per la stabilizzazione? ) e su questo i sindacati dovranno vigilare attentamente affinché non si possano creare nuove occasioni di discrimine tra docenti. Ma il “cosa fare” sembra essere finalmente chiaro a tutti, Rossi incluso.
Sindacato Delsa lo aveva già detto tre anni fa, all’aprirsi del contenzioso per i diplomati magistrali ante 2002, ma un’amministrazione sorda, non aveva voluto nemmeno prendere in considerazione l’ ipotesi di sfruttare le prerogative autonomistiche per avviare un iter di stabilizzazione in linea con le richieste europee.
Sindacato Delsa dunque, non può che esprimere soddisfazione, per questa ripartenza, convinto che in parte i meriti siano da ricercarsi anche nella strenua lotta sindacale portata avanti dallo stesso ormai da tre anni e che alla fine sembra aver pagato.
In attesa di vedere i frutti di questi propositi, continuiamo a lavorare per operare le nostre precise proposte su quelli che sono gli argomenti scottanti del recepimento della 107 e che andranno attentamente vagliati.
Ci riferiamo agli effetti e alla determinazione degli ambiti sul personale a tempo determinato ed indeterminato; ai poteri assunti dalla figura del dirigente scolastico, non solo rispetto alla chiamata diretta, ma soprattutto rispetto alla definizione dei progetti di istituto (ossia cosa impareranno i nostri ragazzi); alla contrattazione decentrata che si vorrebbe spostare sugli istituti con possibili discrepanze tra gli stessi; ai vincoli triennali imposti ai docenti dai progetti di istituto e al tipo di flessibilità richiesta; alle ingerenze politiche che di fatto attraverso certi istituti di formazione si stanno insinuando nella formazione degli insegnanti, la quale andrebbe invece mantenuta libera e supportata attraverso un bonus già riconosciuto a livello nazionale.
L’avvio della contrattazione di comparto e la modifica delle norme di attuazione dello Statuto sono l’occasione giusta per intervenire finalmente, dopo tanto stallo, su tutti questi temi. Insomma molta carne al fuoco, sulla quale Delsa, ora giunta al tavolo della contrattazione insieme ad Fgu, potrà attentamente vigilare a tutela di tutti i docenti trentini.
Comunicazioni DELSA
COMUNICATO STAMPA/Trento, 5 gennaio 2017
“Il commissariamento è solo un’ipotesi eventuale (..) non c’è stata alcuna scorrettezza da parte dell’amministrazione provinciale visto che è stata seguita una procedura collaudata”.
Rispondeva così Ugo Rossi sulla stampa, lo scorso 29 novembre, dopo che il Sindacato Delsa aveva invocato il commissariamento dei “suoi” uffici scolastici, denunciando gravi irregolarità durante la ri-assegnazione delle cattedre ai docenti che avevano ricorso al Consiglio di Stato ottenendo l’inserimento con riserva nelle graduatorie per titoli trentine della scuola primaria .
I fatti avvenuti in seguito però, smentiscono il governatore Rossi e le sue rassicurazioni.
Dopo aver valutato le osservazioni presentate dal Sindacato sulle contestatissime convocazioni di novembre nelle quali si sarebbero verificate irregolarità durante le assegnazioni degli incarichi, nonché aver analizzato la documentazione presentata dalla stessa Provincia sulla presunta attuazione delle ordinanze, il commissario ad acta Dott.ssa Daniela Beltrame, ha deciso di presentarsi eccome presso il Dipartimento della conoscenza trentino e lo ha fatto, per la precisione, il 12 dicembre scorso informando il dipartimento del suo arrivo tramite PEC.
Nominata dalla VI sez. del Consiglio di Stato direttamente dagli Uff. scolastici regionali del Veneto per sovrintendere alla corretta ottemperanza delle ordinanze emesse dal Consiglio di Stato in favore dei maestri rappresentati da Delsa, la Beltrame nella sua stringata quanto perentoria comunicazione alla Pat, diceva che si sarebbe insediata insieme ad un suo stretto collaboratore, dalle ore 10.00 del giorno 12 dicembre richiedendo espressamente che gli uffici scolastici trentini e determinati suoi dipendenti fossero formalmente “ a disposizione dello Scrivente Commissario ad acta per tutto il tempo necessario alle attività che dovranno essere svolte come Organo Ausiliario del Consiglio di Stato”.
Presentatasi in via Gilli, al fine di sollevare formalmente dalla competenza sulla questione la dirigente generale del dipartimento dott.ssa Livia Ferrario, il commissario però è stato trattenuto in attesa dell’arrivo dell’avvocato della provincia Pedrazzoli il quale, contestando presunte mancanze di documentazione, lo poneva nella condizione di non poter utilmente insediarsi negli uffici per espletare il suo mandato.
Immediata la reazione della Beltrame, che ha subito stilato un’ approfondita relazione, indirizzata al Presidente della VI sez. del Consiglio di Stato, nella quale senza mezzi termini denuncia:
“lo scrivente Commissario ad Acta ha rilevato un’oggettiva mancanza di trasparenza, tale da rendere impossibile la valutazione dell’avvenuta o non avvenuta esecuzione corretta e completa all’Ordinanza n.3377/2016. ( ..) lo scrivente fa presente che la documentazione depositata dalla Provincia è assolutamente lacunosa, parziale, incongruente e inidonea a rivelare lo stato dell’attuazione dell’Ordinanza cautelare. Pertanto ci si permette di suggerire a codesto collegio di ordinare un’adeguata attività istruttoria da parte dell’Amministrazione intimata”
Dal Consiglio di Stato la risposta non ha tardato ad arrivare. E’ stato lo stesso Presidente della VI a rispondere convocando formalmente per il prossimo 23 febbraio una Camera di Consiglio a porte chiuse nell’ambito della quale l’avvocatura della Provincia di Trento, nonché le controparti, saranno sentite per valutare il da farsi.
Molti gli scenari che potrebbero profilarsi ora. Dalla prosecuzione del commissariamento, questa volta sotto l’egida dello stesso Prefetto, fino a quello dell’invio del fascicolo alla Procura della Repubblica per individuare responsabilità personali sulla vicenda nonché valutare i danni arrecati ai ricorrenti dal protrarsi della vicenda.
“Vi è la concreta possibilità di dover risarcire economicamente ben 164 docenti per i danni professionali e morali perpetrati su di loro” commenta Mauro Pericolo “ci sarà poi da stabilire chi dovrà rispondere personalmente per il danno causato all’erario dall’intera vicenda (tra questi anche l’assessore all’istruzione Ugo Rossi) visto che un esposto alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei Conti è già pronto per essere depositato con il resoconto dettagliato dell’operato dell’amministrazione dal 5 agosto al 28 novembre 2016, data in cui le convocazioni che avrebbero dovuto essere “riparatorie” nei confronti dei nostri ricorrenti, si sono trasformate nella ennesima occasione di offesa alla loro intelligenza e dignità professionale” .
Cattedre “occultate” – denunciava il sindacato – su un maxischermo che non riportava in modo trasparente tutti gli incarichi disponibili e docenti che ignari rinunciavano convinti che non vi fosse nulla di realmente appetibile da scegliere, mentre invece gli incarichi più vantaggiosi ricomparivano all’avvicinarsi al bancone dei non ricorrenti. Tutto documentato e pronto per essere depositato agli organi competenti a valutarne le diverse rilevanze.
“Il rifiuto di sottoporsi alla lente di ingrandimento del commissariamento è la più acclarata dimostrazione di una gestione personalistica, supponente e arrogante di questa amministrazione, con profili quasi anarchici”- questo il commento di Mauro Pericolo sulla vicenda- “Insistendo nell’adottare procedure imbrogliate e ombrate per vanificare il diritto dei ricorrenti, hanno finito per indispettire anche chi quella ordinanza l’ha emessa: niente meno che i giudici di Palazzo Spada, che ora vorranno davvero vederci chiaro e finalmente dare concreta ed effettiva esecuzione all’ordinanza emessa già i primi di agosto.
Dal canto nostro, auspicando che finalmente una figura terza ed imparziale possa gestire la questione e che certi Dirigenti vengano finalmente allontanati dal Dipartimento all’istruzione, un’ unica e corale richiesta: GIUSTIZIA e dunque dimissioni di chi si è reso responsabile .
In primis, dell’assessore Ugo Rossi e poi di tutto lo staff che a sua volta è corresponsabile di questa vicenda. Questo davvero sarebbe il minimo, per ridare certezza di trasparenza ,competenza ed obbiettività nella gestione della cosa pubblica ai cittadini, che sono costretti ancora una volta ad uscire dai confini provinciali per vedersi riconosciuti i loro diritti. Questa vicenda ha disegnato il profilo di una autonomia che è diventa strumento di potere politico per pochi e non più garanzia di progresso e di crescita per i cittadini”.
SINDACATO D.E.L.S.A.
(Diritti Europei dei Lavoratori Sindacato Autonomo)
Via Don Leone Serafini 19/A 38121 Martignano (TN) – tel. 0461/092271
Per dichiarazioni Mauro Pericolo (Presidente Delsa e referente sindacale) – tel. 347 7677449
”
CHIEDEREMO L’INTERVENTO DEL COMMISSARIO AD ACTA
Siamo pronti a richiedere un intervento prefettizio con la nomina di un commissario ad acta che prenda tutti i necessari provvedimenti al fine di dare immediato seguito all’ordinanza emessa il 5 agosto dal Consiglio di Stato a beneficio dei nostri ricorrenti”.
Non usa mezzi termini Mauro Pericolo, presidente del sindacato Autonomo Trentino Delsa, che stamani ha ricevuto prima i propri 168 ricorrenti nella sala rosa del palazzo della Provincia e successivamente i giornalisti in una affollatissima conferenza stampa.
“La Provincia di Trento invece che dare seguito all’ordinanza cautelare del Consiglio di stato, che ha disposto l’inserimento cautelare dei nostri 168 ricorrenti maestri diplomati magistrali trentini nella IV fascia delle graduatorie trentine, ha preferito dare una sua personale interpretazione all’ordinanza, di fatto disapplicandola. ” ha dichiarato il Presidente di Delsa,
“Le nomine avverranno come se nulla fosse stato, attingendo a quella stessa quarta fascia in odore di illegittimità, in attesa del pronunciamento definitivo del Consiglio di Stato che avverrà a novembre. In parole semplici, si preferisce affidare incarichi agli insegnanti per poi disdirli a metà anno, piuttosto che inserire i nostri ricorrenti a pettine con i laureati dove dovrebbero stare…un danno che si riverbererà inevitabilmente su tutti: docenti, scuole, alunni”.
Eppure il Consiglio di Stato è stato chiaro nella propria ordinanza: “la provincia di Trento non può atteggiarsi in maniera diversa dal nazionale” e la funzione cautelare dell’ordinanza era quella di “permettere ai docenti ricorrenti di assumere contratti a tempo determinato e indeterminato” in virtù di un danno che al momento è già in atto nei confronti degli stessi.
Sindacato Delsa non ci sta. “La decisione sotto il profilo tecnico è grave ma sotto quello politico è a dir poco inspiegabile” ha commentato Mauro Pericolo mentre si apprestava a spiegare di aver già provveduto a diffidare la Provincia di Trento e di essere pronto a richiedere alla sezione VI del Consiglio di Stato ( la stessa che ha emanato il 5 agosto scorso l’ordinanza cautelare ) un immediato intervento.
“Qui non si tratta di interpretare l’ordinanza, qui si tratta di eseguirla ! Troppe volte in questi uffici ci troviamo di fronte a Dirigenti schierati in tutela di questa o l’altra categoria, dimenticandosi che il loro ruolo è solo ed esclusivamente quello di applicare la legge a tutela del cittadino. Come sorprendersi del resto, in una provincia nella quale gli stessi giudici dello Tribunale amministrativo sono per il 50 % di nomina politica. Già da molto tempo non viene garantito il principio della terzietà della giustizia ai cittadini. Ci troviamo di fronte ad una situazione di anarchia amministrativa che ha ben poco a che fare con l’ Autonomia di cui il governatore Rossi si fa baluardo ai convegni. “
Il consigliere di Civica Trentina Claudio Civettini presente all’incontro e da sempre portavoce accorato delle richieste di questi docenti ha definito “supponente e miope” l’amministrazione targata Rossi ribadendo che la politica dovrebbe vergognarsi di quanto sta avvenendo.
“Autonomia significa anche coraggio, mentre in questo frangente il presidente Rossi e i suoi collaboratori si apprestano a resistere alle richieste dei maestri diplomati magistrali trentini con i soldi degli stessi contribuenti” ha dichiarato Civettini.
Sindacato Delsa chiede naturalmente che venga fatto un passo indietro prima di una figura senza precedenti anche sul piano nazionale.
L’appello del Sindacato è proprio quello di un immediato cambio di rotta finché si è in tempo, prima dell’inizio delle lezioni, visto che i dati dei ricorrenti sono già perfettamente inseriti nel database provinciali essendo essi alle dipendenze della Provincia autonoma di Trento da anni e avendo tutti proposto ancora un anno fa la domanda di inserimento in graduatoria entro i termini previsti.
Dunque gli strumenti per ottemperare ci sarebbero tutti, ma l’ arroganza politica sembra avere il sopravvento su quella che dovrebbe essere una gestione responsabile del comparto scuola. “Oltre a creare pericolosi pretesti per attaccare la nostra autonomia a Roma, si stanno come sempre facendo ricadere le conseguenze delle scelte politiche sui contribuenti trentini, i quali pagano per le costose parcelle dell’avvocatura provinciale” chiosa Pericolo.
L’intervento di un prefetto è già avvenuta nella regione Piemonte per la stessa ragione e i dirigenti preposti sono stati tutti sollevati dai loro incarichi ad opera del commissario che ha poi disposto l’inserimento dei ricorrenti in attesa dell’udienza di merito.
Sindacato Delsa ha comunque già pronte le richieste di risarcimento, poiché una volta conclusa questa vicenda sarà chiesto conto del danno grave, professionale ed emotivo, dovuto alla precarietà assoluta di questi docenti, portata alle estreme conseguenze da questa giunta.
UFFICIO STAMPA DELSA
COMUNICATO STAMPA _ 05.02.2016
Durante l’ultimo tavolo tecnico di contrattazione in ambito scolastico, tenutosi in data 29 gennaio 2016, i rappresentanti FGU Delsa e FGU Gilda, non limitandosi semplicemente ad esternare la propria contrarietà all’indizione di un concorso per la scuola secondaria, hanno formulato all’amministrazione una precisa proposta alternativa al concorso, supportata da considerazioni di profilo tecnico e giuridico tanto che è stato incassato il concreto interesse dell’amministrazione provinciale la quale ha richiesto di formulare per iscritto quanto detto.
Al di là dei proclami sulla stampa e delle chiacchiere dei sindacati storici grazie ai quali siamo arrivati purtroppo a questo punto, la delegazione FGU Gilda e FGU Delsa si presenterà il prossimo 10 febbraio con in mano una proposta scritta da consegnare ai dirigenti del comparto istruzione e ai giuristi da essi incaricati per valutarne la fattibilità.
Il nostro approccio parte da una iniziale fase di transizione che è già stata avviata sul resto territorio nazionale e che prevede un preliminare censimento delle attuali graduatorie ad esaurimento e di istituto, in modo da : 1) ripulirle del personale docente inattivo ( ossia coloro i quali che da anni non lavorano più nella scuola trentina perché impiegati in altri contesti lavorativi) 2) fare una verifica seria di quelli che sono gli effettivi posti disponibili. Questo non semplicemente sulla base dei numeri dell’utenza scolastica, ma partendo dal presupposto che ci sono precari che prestano da anni servizio continuativo nella scuola trentina e di cui quindi vi è un concreto e reale fabbisogno.
Riteniamo che un opera censitoria sia non solo utile, ma funzionale al sistema scolastico secondo il principio di merito che l’amministrazione trentina e nazionale dicono di voler perseguire e che ciò possa essere fatto benissimo in virtù delle competenze autonomistiche di cui la PAT dispone. Solo quando l’amministrazione avrà dei dati REALI, sarà possibile fare dei ragionamenti concreti sul reclutamento. Appare infatti inverosimile, la pretesa di bandire un concorso per esami senza aver prima effettuato un censimento quantificando il reale fabbisogno di docenti, tanto più che qui in Trentino non è ancora stata recepita la legge 107 sulla Buona scuola di cui il concorso è passaggio conclusivo e naturale conseguenza.
Chiederemo inoltre che si prendano in considerazione dei nuovi ed aggiuntivi criteri di salvaguardia del personale delle attuali graduatorie di istituto, nell’ottica di una valorizzazione del personale interno che da anni spende la propria professionalità sul territorio e che per tale ragione ha ovviamente maturato i requisiti per la stabilizzazione ( i famosi 36 mesi di servizio) di fronte ai quali, lo ricordiamo, le provincie autonome sono direttamente imputabili per la mancata stabilizzazione. Se è vero che non è possibile assumere tutti, è pur vero che l’amministrazione può e deve impegnarsi per avviare una fase transitoria motivata da un evidente momento di urgenza e contingenza storica che dia luogo almeno ad un piano di stabilizzazione che punti a preservare le figure che da anni sono alle dipendenze della PAT non certo ad estrometterle. Lo sta già facendo la provincia di Bolzano, perché non replicarlo per Trento?
Dunque un piano che consideri il criterio della territorialità (ossia dell’ operato di questi docenti sul territorio provinciale per più di 36 mesi) in associazione al criterio principale del merito, che già è comprovato dal titolo abilitante conseguito da tali docenti il quale è già di valore concorsuale visto che i corsi sono selettivi e si concludono con un esame finale che ne mette a rischio l’intero percorso. Si rende necessario trovare una terza e nuova via per il reclutamento per gestire questa necessaria fase transitoria e contingente: ossia istituire in associazione al canale delle Gae e quello del concorso ordinario, una graduatoria provinciale straordinaria in cui inserire tali docenti abilitati e a cui riservare una quota dei ruoli.
Un anno fa, unico in tutta Italia, sindacato Delsa ha avviato un RICORSO contro il CONCORSO indetto per le lingue della primaria e della materna. Con lo stesso principio ci batteremo contro questo nuova procedura concorsuale che ancora una volta ignora l’esistenza di personale già ampiamente formato e incluso nelle graduatorie trentine cui attingere per il fabbisogno scolastico.
COM. STAMPA FGU DELSA E GILDA 5 feb 2016
Per FGU GILDA Prof. Isaia IORFIDA
Per FGU DELSA Prof. Mauro PERICOLO
PROPOSTA DI MOZIONE Consigliere C. Civettini — Civica Trentina
“IO STO CON GLI INSEGNANTI ABILITATI E CHIEDO CHE ENTRINO NELLE GRADUATORIE PROVINCIALI PER TITOLI SENZA ULTERIORI CONCORSI.”
Crediamo sia doveroso riaprire un dialogo sulle scelte scolastiche ormai prossime che con rara pervicacia la Giunta provinciale vuole calare sulle teste della scuola trentina-orgogliosamente trentina!-perseguendo in solitaria, senza dare risposte concrete agli insegnanti abilitati che da decenni stanno sostenendo la qualità della scuola trentina, portandola all’eccellenza, ai quali è riservata l’umiliazione umana e professionale, di doversi mettere in discussione, magari dopo 26 anni di insegnamento, in un concorso, a prescindere dalla possibilità di poterlo o meno superare.
Una umiliazione senza pari, che non lascia spazi ad una corretta gestione di una doverosa transizione che doveva e poteva essere praticata, dando ragioni a delle aspettative, che tanti anni di precariato hanno generato-non per diritto acquisito-ma proprio perché la gestione provinciale ha investito per anni sulla loro formazione e, di più, gli ha indotti a corsi di abilitazione costosi e a carico dei docenti.
Ma oltre a ciò, uno dei sindacati che ha raggruppato molti di codesti insegnanti, il DELSA, scrive testualmente:
“Del resto non serve guardare molto lontano da casa nostra per scorgere un barlume di buon senso: è di questi giorni la notizia che a Bolzano, pare esserci tutta l’intenzione di inserire PAS, TFA e Diplomati Magistrali ante 2002 nelle GaE, purché essi abbiano 36 mesi di servizio alle dipendenze della stessa provincia. Ciò per limitare accessi da fuori regione, garantendo continuità del personale che da anni opera in provincia, ma anche e soprattutto per adempiere a quello che è un obbligo da parte della amministrazione che al momento è, proprio perché autonoma in materia di gestione del personale scolastico, direttamente imputabile per la non applicazione della direttiva europea sulla stabilizzazione 70/99. “
Ma di più, un altro nutrito gruppo di donne e uomini docenti e precari da anni, scrivono altrettanto testualmente:
BREVE RIEPILOGO DELLA SITUAZIONE DEI DOCENTI PRECARI IRC IN PROVINCIA DI TRENTO
1. Circa 50 insegnanti IRC (complessivamente per i tre ordini di scuola) con contratto a tempo DETERMINATO con più di 10 ANNI (fino a 18) di servizio IRC.
2. 2001 concorso solo riservato (richiesti almeno quattro anni di servizio IRC con titolo ed esclusi da qualsiasi concorso anche ordinario quanti non avevano il suddetto requisito e non hanno avuto alcuna possibilità nemmeno di essere STABILIZZATI).
3. Ad aggravare la situazione ha contribuito il mancato riconoscimento del servizio prestato in altre classi di concorso: i quattro anni di servizio per accedere al concorso riservato dovevano essere tutti di IRC.
4. Mancata applicazione dal 2001 della legge sulla STABILIZZAZIONE insegnanti IRC (legge 312/1980 art.53; DPR 399/88 art.3 comma 6). La SABILIZZAZIONE IRC è in vigore fino ad oggi in tutte le province del territorio nazionale TRANNE IN TRENTINO e comporta, dopo quattro anni di insegnamento, la progressione economica di carriera e l’adeguamento alla malattia (il contratto dei precari IRC in Trentino prevede SOLO 20 giorni di malattia e nessuna progressione di carriera).
5. Dal 2001 al 2013 non vengono più attivati concorsi: la norma prevedeva concorsi ogni tre anni. – la L.P. 7 agosto 2006, n. 5 (c.d. legge provinciale sulla scuola) – in aderenza al disposto di cui all’ L’art. 3, comma 2, della legge n. 186/2003 – prevede l’indizione di concorsi per gli insegnanti di religione cattolica, su base provinciale, con frequenza triennale (art.91). Tale circostanza, di fatto, non si è mai verificata (quantomeno a far tempo dal 2001/2002, data dell’ultimo concorso indetto), e l’Autorità scolastica provinciale ha continuato ad assumere i docenti con una serie ininterrotta di contratti a tempo determinato per un lasso temporale ben superiore a quello massimo di due anni previsto dalla citata Legge (artt. 93 e 96, L.P. 5/2006).
6. Relativamente a questo si ricorda la recente sentenza della Corte europea sull’illegittimità a reiterare contratti a tempo determinato, sentenza che non esclude gli insegnanti precari IRC.
7. L’IDONEITA’, rilasciata dall’ordinario diocesano, per gli insegnanti IRC è considerata ABILITANTE (Parere del Consiglio di Stato 4 marzo 1958 e CM 15 maggio 1975 n.127), quindi gli insegnanti IRC sono ABILITATI per legge.
8. Concorso 2013 (dopo 12 anni dal precedente) ha portato alla copertura di 10 posti alle secondarie di secondo grado (alle secondarie di primo grado non si immette in ruolo da 18 anni). Questo concorso solo ordinario e aperto a tutti, non ha valorizzato l’anzianità di servizio come criterio di accesso e non ha considerato l’applicazione della legge Letta che prevede nei concorsi pubblici una quota riservata.
Alcuni punti, anche se le ragioni e le domande sarebbero enciclopediche, proprio per la sostenibilità di un processo di stabilizzazione che doveva e poteva passare attraverso la gestione di una transizione che era come sarebbe ancora praticabile, senza violare alcuna norma ma, anzi, ottemperando a indicazioni generate anche da precise e puntuali sentenze che accolgono le ragioni dei precari o da direttive europee disattese quando serve disattenderle!
Tutto ciò premesso,
Il Consiglio Provinciale
impegna
la Giunta provinciale
• Condividendo la necessità di dare risposte certe alla richiesta degli insegnanti precari per una attenta gestione della transizione tra le necessità gestionali dell’actual e il futuro (che non può oscurare quanto investito in formazione con denari pubblici né quanto si è indotto istituzionalmente a far investire ai docenti precari stessi per i corsi abilitanti) , a dar corso ad un percorso che preveda che i docenti abilitati possano entrare nelle graduatorie provinciali per titoli senza ulteriori concorsi;
• Di far salve le graduatorie in essere dei vincenti concorso fino ad esaurimento;
Claudio Civettini
Cons. Provinciale e regionale
CIVICA TRENTINA
PROPOSTA DI MOZIONE Consigliere C. Civettini — Civica Trentina
“IO STO CON GLI INSEGNANTI ABILITATI E CHIEDO CHE ENTRINO NELLE GRADUATORIE PROVINCIALI PER TITOLI SENZA ULTERIORI CONCORSI.”
Crediamo sia doveroso riaprire un dialogo sulle scelte scolastiche ormai prossime che con rara pervicacia la Giunta provinciale vuole calare sulle teste della scuola trentina-orgogliosamente trentina!-perseguendo in solitaria, senza dare risposte concrete agli insegnanti abilitati che da decenni stanno sostenendo la qualità della scuola trentina, portandola all’eccellenza, ai quali è riservata l’umiliazione umana e professionale, di doversi mettere in discussione, magari dopo 26 anni di insegnamento, in un concorso, a prescindere dalla possibilità di poterlo o meno superare.
Una umiliazione senza pari, che non lascia spazi ad una corretta gestione di una doverosa transizione che doveva e poteva essere praticata, dando ragioni a delle aspettative, che tanti anni di precariato hanno generato-non per diritto acquisito-ma proprio perché la gestione provinciale ha investito per anni sulla loro formazione e, di più, gli ha indotti a corsi di abilitazione costosi e a carico dei docenti.
Ma oltre a ciò, uno dei sindacati che ha raggruppato molti di codesti insegnanti, il DELSA, scrive testualmente:
“Del resto non serve guardare molto lontano da casa nostra per scorgere un barlume di buon senso: è di questi giorni la notizia che a Bolzano, pare esserci tutta l’intenzione di inserire PAS, TFA e Diplomati Magistrali ante 2002 nelle GaE, purché essi abbiano 36 mesi di servizio alle dipendenze della stessa provincia. Ciò per limitare accessi da fuori regione, garantendo continuità del personale che da anni opera in provincia, ma anche e soprattutto per adempiere a quello che è un obbligo da parte della amministrazione che al momento è, proprio perché autonoma in materia di gestione del personale scolastico, direttamente imputabile per la non applicazione della direttiva europea sulla stabilizzazione 70/99. “
Ma di più, un altro nutrito gruppo di donne e uomini docenti e precari da anni, scrivono altrettanto testualmente:
BREVE RIEPILOGO DELLA SITUAZIONE DEI DOCENTI PRECARI IRC IN PROVINCIA DI TRENTO
1. Circa 50 insegnanti IRC (complessivamente per i tre ordini di scuola) con contratto a tempo DETERMINATO con più di 10 ANNI (fino a 18) di servizio IRC.
2. 2001 concorso solo riservato (richiesti almeno quattro anni di servizio IRC con titolo ed esclusi da qualsiasi concorso anche ordinario quanti non avevano il suddetto requisito e non hanno avuto alcuna possibilità nemmeno di essere STABILIZZATI).
3. Ad aggravare la situazione ha contribuito il mancato riconoscimento del servizio prestato in altre classi di concorso: i quattro anni di servizio per accedere al concorso riservato dovevano essere tutti di IRC.
4. Mancata applicazione dal 2001 della legge sulla STABILIZZAZIONE insegnanti IRC (legge 312/1980 art.53; DPR 399/88 art.3 comma 6). La SABILIZZAZIONE IRC è in vigore fino ad oggi in tutte le province del territorio nazionale TRANNE IN TRENTINO e comporta, dopo quattro anni di insegnamento, la progressione economica di carriera e l’adeguamento alla malattia (il contratto dei precari IRC in Trentino prevede SOLO 20 giorni di malattia e nessuna progressione di carriera).
5. Dal 2001 al 2013 non vengono più attivati concorsi: la norma prevedeva concorsi ogni tre anni. – la L.P. 7 agosto 2006, n. 5 (c.d. legge provinciale sulla scuola) – in aderenza al disposto di cui all’ L’art. 3, comma 2, della legge n. 186/2003 – prevede l’indizione di concorsi per gli insegnanti di religione cattolica, su base provinciale, con frequenza triennale (art.91). Tale circostanza, di fatto, non si è mai verificata (quantomeno a far tempo dal 2001/2002, data dell’ultimo concorso indetto), e l’Autorità scolastica provinciale ha continuato ad assumere i docenti con una serie ininterrotta di contratti a tempo determinato per un lasso temporale ben superiore a quello massimo di due anni previsto dalla citata Legge (artt. 93 e 96, L.P. 5/2006).
6. Relativamente a questo si ricorda la recente sentenza della Corte europea sull’illegittimità a reiterare contratti a tempo determinato, sentenza che non esclude gli insegnanti precari IRC.
7. L’IDONEITA’, rilasciata dall’ordinario diocesano, per gli insegnanti IRC è considerata ABILITANTE (Parere del Consiglio di Stato 4 marzo 1958 e CM 15 maggio 1975 n.127), quindi gli insegnanti IRC sono ABILITATI per legge.
8. Concorso 2013 (dopo 12 anni dal precedente) ha portato alla copertura di 10 posti alle secondarie di secondo grado (alle secondarie di primo grado non si immette in ruolo da 18 anni). Questo concorso solo ordinario e aperto a tutti, non ha valorizzato l’anzianità di servizio come criterio di accesso e non ha considerato l’applicazione della legge Letta che prevede nei concorsi pubblici una quota riservata.
Alcuni punti, anche se le ragioni e le domande sarebbero enciclopediche, proprio per la sostenibilità di un processo di stabilizzazione che doveva e poteva passare attraverso la gestione di una transizione che era come sarebbe ancora praticabile, senza violare alcuna norma ma, anzi, ottemperando a indicazioni generate anche da precise e puntuali sentenze che accolgono le ragioni dei precari o da direttive europee disattese quando serve disattenderle!
Tutto ciò premesso,
Il Consiglio Provinciale
impegna
la Giunta provinciale
• Condividendo la necessità di dare risposte certe alla richiesta degli insegnanti precari per una attenta gestione della transizione tra le necessità gestionali dell’actual e il futuro (che non può oscurare quanto investito in formazione con denari pubblici né quanto si è indotto istituzionalmente a far investire ai docenti precari stessi per i corsi abilitanti) , a dar corso ad un percorso che preveda che i docenti abilitati possano entrare nelle graduatorie provinciali per titoli senza ulteriori concorsi;
• Di far salve le graduatorie in essere dei vincenti concorso fino ad esaurimento;
Claudio Civettini
Cons. Provinciale e regionale
CIVICA TRENTINA
OGGETTO: NO AL CONCORSO, SAREBBE L’ENNESIMO ABUSO DI POTERE
Facciamo seguito alla entusiastica proposta della consigliera Bottamedi, la quale pochi giorni fa ha chiesto ed ottenuto in QUESTION TIME la disponibilità del governatore Rossi ad indire un concorso in provincia di Trento, parallelamente a quello nazionale, riservato agli ABILITATI delle graduatorie scolastiche di istituto trentine per dare anche ad essi un (ultimo) canale di reclutamento prima della eliminazione delle graduatorie d’istituto entro cui essi sono attualmente collocati.
La qual proposta arriva naturalmente dopo che la giunta AUTONOMISTA Rossi ha infierito sui propri precari storici e trentini nei modi più disparati e meschini…escludendo i diplomati magistrali trentini dalle GaE e favorendo invece chi si è abilitato dopo e con meno esperienza, indicendo un concorso per l’infanzia aperto a tutta Europa pur avendo nelle proprie graduatorie maestre con più di 15 anni di servizio e dopo aver per bene spiumato economicamente i docenti delle secondarie, i quali attraverso percorsi PAS e TFA pagati di tasca propria e con tanto d’esame di abilitazione finale si vedono ora presi nuovamente in giro.
La consigliera ha affermato che il concorso è l’unica strada per entrare nella Pubblica Amministrazione.
Consigliamo alla zelante, nonché transfuga consigliera che si documenti meglio prima di stendere il solito tappeto rosso al presidente Rossi, visto che quanto afferma non è affatto corretto. Per accedere ai posti nella p.a. sono necessarie “procedure selettive”, non necessariamente e strettamente concorsuali, ed in ogni caso ricordiamo che gli abilitati PAS e TFA hanno già sostenuto una procedura selettiva e di fronte a commissioni universitarie, non commissioni nominate dalla giunta provinciale.
Di fronte ai 36 mesi che larga parte dei precari storici collocati da anni nelle g.i. ha cumulato e di fronte all’OBBLIGO che la P.a. trentina ha di stabilizzare tale personale in prima persona, chiediamo a gran voce una procedura d’urgenza, che possa risanare le disparità perpetrate, cosa possibile solo attraverso l’adozione di una normativa particolare che la PATpuò benissimo predisporre in virtù della propria autonomia sul reclutamento del personale.
Del resto non serve guardare molto lontano da casa nostra per scorgere un barlume di buon senso: è di questi giorni la notizia che a Bolzano, pare esserci tutta l’ intenzione di inserire PAS, TFA e Diplomati Magistrali ante 2002 nelle GaE, purchè essi abbiano 36 mesi di servizio alle dipendenze della stessa provincia. Ciò per limitare accessi da fuori regione, garantendo continuità del personale che da anni opera in provincia, ma anche e soprattutto per adempiere a quello che è un obbligo da parte della amministrazione che al momento è, proprio perché autonoma in materia di gestione del personale scolastico, direttamente imputabile per la non applicazione della direttiva europea sulla stabilizzazione 70/99.
Con una simile stratificazione di ingiustizie e precariato, sul quale purtroppo si è campato per anni, sarebbe venuto il momento che l’amministrazione di Trento iniziasse ad esercitare la propria autonomia in modo assennato, magari dialogando con i sindacati che da tempo denunciano la questione!
Nulla vieta all’amministrazione, essendoci un obbligo pendente, di iniziare quantomeno a prendersi un impegno sulla stabilizzazione dei precari, non politico (alle promesse politiche, come sappiamo, non seguono mai i fatti), ma contrattuale.
Quindi restituiamo al mittente la proposta dicendo NO AL CONCORSO prima di un impegno preciso a stabilizzare chi ne ha diritto senza essere sottoposto ad a ulteriori procedure concorsuali.
Inoltre ricordiamo alla consigliera Bottamedi che sono molti i casi di categorie di dipendenti o singoli dirigenti che sono in ruolo presso la PAT con procedure di selezione interna o addirittura dirigenti senza concorso per chiamata diretta : si faccia dare i nomi dal presidente Rossi, dovrebbe ricordarli. D’altronde basta guardare al Tar Trento dove due su quattro giudici sono di nomina politica : è questa l’autonomia trentina?
E’ il momento di cominciare ad essere autonomisti veri in Trentino e non servi sciocchi del sistema politico nazionale!
Abbiamo diverse proposte per uscire da questa situazione di abuso perpetuato e di scelte sbagliate per accondiscendenza alla politica nazionale. Siamo disposti al dialogo ,ma non a tollerare questo uso distorto delle competenze autonomistiche.
Trento 11 dicembre 2015
Mauro Pericolo
Delsa Sindacato Autonomo
OGGETTO: NO AL CONCORSO, SAREBBE L’ENNESIMO ABUSO DI POTERE
Facciamo seguito alla entusiastica proposta della consigliera Bottamedi, la quale pochi giorni fa ha chiesto ed ottenuto in QUESTION TIME la disponibilità del governatore Rossi ad indire un concorso in provincia di Trento, parallelamente a quello nazionale, riservato agli ABILITATI delle graduatorie scolastiche di istituto trentine per dare anche ad essi un (ultimo) canale di reclutamento prima della eliminazione delle graduatorie d’istituto entro cui essi sono attualmente collocati.
La qual proposta arriva naturalmente dopo che la giunta AUTONOMISTA Rossi ha infierito sui propri precari storici e trentini nei modi più disparati e meschini…escludendo i diplomati magistrali trentini dalle GaE e favorendo invece chi si è abilitato dopo e con meno esperienza, indicendo un concorso per l’infanzia aperto a tutta Europa pur avendo nelle proprie graduatorie maestre con più di 15 anni di servizio e dopo aver per bene spiumato economicamente i docenti delle secondarie, i quali attraverso percorsi PAS e TFA pagati di tasca propria e con tanto d’esame di abilitazione finale si vedono ora presi nuovamente in giro.
La consigliera ha affermato che il concorso è l’unica strada per entrare nella Pubblica Amministrazione.
Consigliamo alla zelante, nonché transfuga consigliera che si documenti meglio prima di stendere il solito tappeto rosso al presidente Rossi, visto che quanto afferma non è affatto corretto. Per accedere ai posti nella p.a. sono necessarie “procedure selettive”, non necessariamente e strettamente concorsuali, ed in ogni caso ricordiamo che gli abilitati PAS e TFA hanno già sostenuto una procedura selettiva e di fronte a commissioni universitarie, non commissioni nominate dalla giunta provinciale.
Di fronte ai 36 mesi che larga parte dei precari storici collocati da anni nelle g.i. ha cumulato e di fronte all’OBBLIGO che la P.a. trentina ha di stabilizzare tale personale in prima persona, chiediamo a gran voce una procedura d’urgenza, che possa risanare le disparità perpetrate, cosa possibile solo attraverso l’adozione di una normativa particolare che la PATpuò benissimo predisporre in virtù della propria autonomia sul reclutamento del personale.
Del resto non serve guardare molto lontano da casa nostra per scorgere un barlume di buon senso: è di questi giorni la notizia che a Bolzano, pare esserci tutta l’ intenzione di inserire PAS, TFA e Diplomati Magistrali ante 2002 nelle GaE, purchè essi abbiano 36 mesi di servizio alle dipendenze della stessa provincia. Ciò per limitare accessi da fuori regione, garantendo continuità del personale che da anni opera in provincia, ma anche e soprattutto per adempiere a quello che è un obbligo da parte della amministrazione che al momento è, proprio perché autonoma in materia di gestione del personale scolastico, direttamente imputabile per la non applicazione della direttiva europea sulla stabilizzazione 70/99.
Con una simile stratificazione di ingiustizie e precariato, sul quale purtroppo si è campato per anni, sarebbe venuto il momento che l’amministrazione di Trento iniziasse ad esercitare la propria autonomia in modo assennato, magari dialogando con i sindacati che da tempo denunciano la questione!
Nulla vieta all’amministrazione, essendoci un obbligo pendente, di iniziare quantomeno a prendersi un impegno sulla stabilizzazione dei precari, non politico (alle promesse politiche, come sappiamo, non seguono mai i fatti), ma contrattuale.
Quindi restituiamo al mittente la proposta dicendo NO AL CONCORSO prima di un impegno preciso a stabilizzare chi ne ha diritto senza essere sottoposto ad a ulteriori procedure concorsuali.
Inoltre ricordiamo alla consigliera Bottamedi che sono molti i casi di categorie di dipendenti o singoli dirigenti che sono in ruolo presso la PAT con procedure di selezione interna o addirittura dirigenti senza concorso per chiamata diretta : si faccia dare i nomi dal presidente Rossi, dovrebbe ricordarli. D’altronde basta guardare al Tar Trento dove due su quattro giudici sono di nomina politica : è questa l’autonomia trentina?
E’ il momento di cominciare ad essere autonomisti veri in Trentino e non servi sciocchi del sistema politico nazionale!
Abbiamo diverse proposte per uscire da questa situazione di abuso perpetuato e di scelte sbagliate per accondiscendenza alla politica nazionale. Siamo disposti al dialogo ,ma non a tollerare questo uso distorto delle competenze autonomistiche.
Trento 11 dicembre 2015
Mauro Pericolo
Delsa Sindacato Autonomo
La riforma del mondo del lavoro ha apportato notevoli cambiamenti nel sistema del diritto del lavoro: alcune positive altre negative. Una riforma che evidentemente applica un cambiamento strutturale all’intero sistema del diritto del lavoro e molti diritti ad esso connessi, come evidentemente le tutele per la maternità e la paternità.
Per i dettagli si allega di seguito il Link del ministero del lavoro .
Link JOBS ACT : http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx#jobsAct
Invitiamo chi dei ns iscritti abbia interesse a contattarci nei modi e tempi indicati nel ns portale per istruzioni operative. Consulenze Delsa .
Segreteria Delsa
La riforma del mondo del lavoro ha apportato notevoli cambiamenti nel sistema del diritto del lavoro: alcune positive altre negative. Una riforma che evidentemente applica un cambiamento strutturale all’intero sistema del diritto del lavoro e molti diritti ad esso connessi, come evidentemente le tutele per la maternità e la paternità.
Per i dettagli si allega di seguito il Link del ministero del lavoro .
Link JOBS ACT : http://www.jobsact.lavoro.gov.it/Pagine/default.aspx#jobsAct
Invitiamo chi dei ns iscritti abbia interesse a contattarci nei modi e tempi indicati nel ns portale per istruzioni operative. Consulenze Delsa .
Segreteria Delsa